mercoledì 19 marzo 2014

Diario di una esperienza 2 - Primo ostacolo

http://youtu.be/sUhqtSqUojs

Seconda parte del diario di una applicazione del metodo di ottimizzazione.

In questo video è compreso un arco di tempo che permette di valutare l'effettivo cambiamento di utilizzo della postura.

Il segnale principale è rappresentato dal nuovo sintomo e cioè la contrazione del sartorio.

Gli allenamenti sono stati tutti eseguiti assieme ai compagni. Nessuna limitazione se non la condizione fisico/atletica del momento. Sono compresi anche i lavori di forza. 

Interessante notare che il periodo in questione era molto piovoso per cui si alternavano allenamenti in campi molli ad allenamenti in campi sintetici e/o "di sabbia" (base estremamente compatta e "polvere" più o meno fine sopra)

Il punto interessante è la contrazione del sartorio. Per me è stata una sorpresa perchè ero convinto che l'adattamento si sarebbe realizzato coinvolgendo la cresta iliaca destra oppure il ginocchio destro. Oltre l'80% dei casi coivolgono queste parti del corpo. Altro punto di rilievo è la caviglia. Non mi era mai capitato che un problema sugli adduttori trovasse il suo massimo punto di coimpensazione in un muscolo così vicino come il sartorio. 

Il ragazzo studia Terapia Occupazionale per cui conosce e distingue con competenza i vari muscoli. Insomma informazioni con relative sensazioni estremamente precise. Nessun dubbio quindi in merito a ciò.

Proseguendo nel percorso dovrò quindi seguire con attenzione la "traiettoria" dello spostamento dell'utilizzo della proiezione del baricentro al suolo.

Ribadisco alcuni punti:

- l'atleta esegue con me 20 minuti di skip ed andature a bassa intensità prima dell'allenamento; per il resto è a completa disposizione del mister e dei preparatori

- non è guarita la pubalgia semplicemente perchè il metodo di ottimizzazione non cura; serve invece a trovare nuovi "equilibri dinamici posturali" che evitino sovraccarichi localizzati nelle parti dolenti o più "instabili". 

Ciò è dimostrato anche dalla sensazione ritrovata di fastidio/dolore quando "perde" la nuova postura e riutilizza quella consolidata.

Da qui un semplice test da eseguire in 5 minuti per verificare se il metodo di ottimizzazione funziona. Ecco lo svolgimento:

1) 4/5 metri utilizzando la postura sua consolidta
2) 4/5 metri utilizzando la nuova postura

Si ripete questa alternanza più volte. Se il soggetto afferma che percepisce fastidio nel primo caso e lo stesso fastidio sparisce nel secondo caso e ciò si verifica ogni volta che si cambia l'utilizzo della postura,  beh allora possiamo star certi che il metodo di ottimizzazione fornisce risultati eccellenti. Il tutto subito e senza rischi per l'atleta.

Al metodo non servono medicinali, terapie e /o manipolazioni. Ricordo che esso è applicabile quando il soggetto è al di fuori della fase medica ed ha l'autorizzazione ad allenarsi assieme alla squadra. Infatti i miei esercizi non sono altro che gli stessi esercizi che esegue coi compagni.  Anzi, a ben vedere, l'intensità più elevata che utilizza è il 50/60% del massimale, ben inferiore alle richieste dei carichi di reattività e forza e velocità...

Ed ecco una buona domanda: se egli utilizza gli stessi esercizi che esegue normalmente durante gli allenamenti settimanali, addirittura con minore intensità, perchè il metodo funziona? Insomma, non sono gli esercizi ma un "qualcosa d'altro". Gli esercizi sono come il cavallo di Troia, servono a "trasportare" le informazioni che desidero siano apprese.

"Semplice" rielaborazione cognitiva.

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