giovedì 7 novembre 2013

Lato forte e lato debole

Per l'argomento di questo intervento prendo spunto da un commento di chiesareca ricevuto sul canale youtube.com:

"Allenando assiduamente il lato debole, non naturale, ci si arriva ad eguagliare e perfino a superare in potenzialita' il lato forte, naturale, del portiere. Questo sin dalle giovanili"

Concordo sul concetto e lo condivido. Iniziando a lavorare su un ragazzino che sia ancora nella fase sensibile coordinativa, presumibilmente il risultato è migliore da adulto. Però... proviamo un esperimento mentale:
sono il preparatore di portieri di due ragazzi perfettamente identici, ambedue più "deboli" dalla stessa parte, stesso fisico, stesso carattere, insomma due cloni totali. Primo allenamento con loro. Apporto le correzioni che ritiengo opportuno per permettere a loro di superare il gap tra i due lati. Tizio dispone di un ambito mentale tale per cui riesce ad applicare le correzioni. Caio non riesce. Tizio esegue tutto l'allenamento applicando le correzioni ma Caio come si comporta? 


Dopo alcune volte che gli ho fornito le stesse indicazioni, nel cervello del ragazzo interviene una sorta di chiusura perchè ha "capito" a livello verbale ma non riesce a "tradurlo" in esecuzione motoria. In compenso io continuo a ribadire le stesse correzioni. Dopo mille ripetizioni sbagliate, trecento così così ed alcune fatte quasi bene Caio ha consolidato il gesto sbagliato... ma la cosa "buffa" a ben guardare è che, se utilizzo la statistica, io come preparatore ho lavorato bene perchè Caio è migliorato. 

Infatti se confronto, magari con il video, il suo primo gesto tecnico con lo stesso gesto tecnico dopo milletrecento e passa ripetizioni, per forza è migliorato se non altro per un fattore di incremento funzionale coordinativo. In conclusione, migliora rispetto al precedente ma non sfrutta la potenzialità.

Tizio invece va avanti benissimo e la sua coordinazione migliora, non vi sono squilibri tra i lati e diventa il miglior portiere del mondo. Se analizzo però il gesto tecnico di Tizio in base alle potenzialità ecco che, pur essendo il migliore, è ben al di sotto delle sue possibili potenziali prestazioni.

Vi sono alcuni motivi aprioristici ma uno balza subito all'occhio:
l'uomo è un essere ergonomico, vuole ottenere il massimo ma spendendo il minimo. E' scientificamente provato ciò, non vi è ombra di dubbio ...


La contraddizione sta nel fatto che se si vuole essere un atleta si dovrebbe investire il massimo per ottenere il massimo effettivo.


La conseguenza di ciò porta ad un comportamento successivo, ad una sentenza post evento e cioè: l'atteggiamento posturale di default, di partenza, iniziale o lo si chiami come si vuole è basato su criteri ancestrali di risparmio energetico (dovuto alla scarsità di cibo e difficoltà di procurarselo) mentre per l'atleta il consumo energetico deve essere elevato per ottenere le prestazioni migliori.


In conclusine, vi sono margini notevolissimi tra il potenziale e la prestazione, attualmente. Se ho ragione il tuffo lungo funziona, gli atleti possono essere ottimizzati e così via.


In pratica ciò che sto pubblicando sul mio canale youtube...

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